ย ย Il 2 settembre 1923 nasceva Zia Veronica e, a guardare indietro, nel centenarioย della sua nascita, ci si accorge della distanza che separa il nostro mondo da quello contadino in cui lei ha mosso i primi passi ed รจ cresciuta, in cui ha deciso di tornare, piรน volte, nel tempo, attraverso la sua arte.
ย ย Nella sua vasta produzione, lโintonazione delle opere รจ serena e distesa, epurata dai conflitti che rimangono sempre al di fuori della cornice narrativa. Prevale una visione semplice, quasi mistica della vita, in cui รจ il senso del sacro a permeare ogni scena e a infondere nellโuomo i ritmi di una vita ancora naturale, ancora umana. Nella sua arte si ritrovano anche quei ritmi โcircolariโ propri della tradizione orale che, con formule ripetitive, veicolava miti e leggende ma anche conoscenze e saperi pratici di vitale importanza. Ripetere per conoscere, ricordare e, infine, per tramandare ai posteri, secondo un processo che si rinnova impercettibilmente a ogni ciclo, da una generazione allโaltra.

ย ย La maggior parte dei suoi estimatori voleva incontrarla personalmente, nella sua casa, per parlare con lei, cercando di scorgere anche nel contesto ambientale e paesano le similitudini con i luoghi della propria infanzia. Rimanevano tutti affascinati da quel mondo da lei descritto che riemergeva con semplicitร e freschezza, con quelle figurine e ambientazioni ritagliate nei ricordi personali che, di fatto, si inscrivevano comodamente negli spazi della memoria collettiva. E, mentre stringeva le sue timide relazioni, come unโabile artigiana, Zia Veronica intrecciava la sua vita alle loro e le cuciva insieme, con lo stesso filo, nei suoi tessuti di antica umanitร .
ย Flaminia Fanari – curatrice artistica